Eccomi qua...
Era da un po' di tempo che pensavo di buttar giù qualcosa che esprimesse il mio modo di vedere la fotografia naturalistica ed allo stesso tempo mi permettesse di mettere quel po' di esperienza che ho accumulato a disposizione di altri fotografi, soprattutto di quelli che vogliono avvicinarsi alla fotografia naturalistica.
Per realizzare questo mi sono avvalso sia della mia esperienza personale sul campo, sia di esperienze di altri professionisti che in qualche modo mi sono state raccontate e trasmesse.
Ho sempre considerato la fotografia naturalistica come un mezzo per vivere e descrivere la natura in tutta la sua splendida e talvolta selvaggia bellezza. Questa mia convinzione ha però un limite preciso e insuperabile: NESSUNA fotografia vale la vita di un essere vivente, sia esso animale o vegetale.
UN FOTOGRAFO NATURALISTA ANTEPONE SEMPRE LA SALVAGUARDIA DI QUELLO CHE FOTOGRAFA ALLA REALIZZAZIONE DELLA FOTOGRAFIA.
Un buon fotografo di natura non lascia segni del suo passaggio e con la propria presenza non altera il comportamento degli animali. Se ciò avviene, a mio avviso, il fotonaturalista ha fallito la propria missione.
Purtroppo esistono molti “personaggi” che non rispettano questa regola e che con comportamenti totalmente sconsiderati mettono a forte rischio nidificazioni, o fioriture di specie rarissime.
La fotografia naturalistica per me è altra cosa… è immedesimarsi nell’ambiente, rendersi parte di esso, rispettarlo totalmente e di conseguenza essere pressoché invisibili.
Quando mi avvicinai alla "caccia" fotografica, non immaginavo che un giorno avrei trascorso tante ore in un capanno, senza peraltro annoiarmi. Nel silenzio della natura, ora interrotto dal suono del vento, ora dallo scrosciare di un ruscello, il flusso dei pensieri si attenua fino quasi a scomparire e la mente entra in uno stato di quiete. Ma basta un rametto spezzato o un frullo d'ali e una scarica di adrenalina accelera il battito del cuore. Di certo non ci si annoia.
Scopo della Caccia Fotografica
Lo scopo della fotografia naturalistica è quello di ottenere immagini di animali selvatici in libertà nel loro habitat naturale. Le immagini di animali costretti a vivere in recinti o comunque in ambienti controllati, sono da considerarsi delle eccezioni. Quando ci si ritrova in queste situazioni, le modalità di ripresa andrebbero indicate chiaramente nelle didascalie o nei metadati dell'immagine.
Senza i fattori libertà e natura la fotografia naturalistica, perde due elementi essenziali che sono l'autenticità e la sorpresa dell’incontro.
Etica
La fotografia naturalistica può e deve essere un'attività a basso impatto. Questo avviene solo se si seguono alcune semplici regole e si svolga nel rispetto di tutte le forme di vita.
Interagire con la fauna selvatica, può avere esiti imprevedibili e spesso pericolosi o addirittura letali sia per l'animale che per l'uomo, perciò vanno evitati ogni tipo di forzature e molestie.
Nella fotografia di avifauna selvatica, tentativi maldestri e ripetuti nei pressi dei nidi ad esempio.
La presenza umana può causare l'abbandono della covata. L'essere umano è percepito da molte specie come una minaccia (e come dargli torto) e lo stress provocato anche solo dalla nostra presenza, può metterne in pericolo la sopravvivenza. Per esempio impedendo loro di alimentarsi a sufficienza nella stagione invernale, o interferendo con i rituali riproduttivi. L'etica della fotografia naturalistica impone la massima cautela, arrivando spesso alla rinuncia allo scatto e si promuove come regola di ridurre al minimo le interazioni con la fauna. Anche gli animali domestici se non gestiti correttamente sono dei potenziali pericoli per la fauna selvatica, quindi teniamo sempre i nostri cani al guinzaglio nelle zone sensibili o se possibile non portateli.
Per iniziare a praticare la fotografia naturalistica con risultati apprezzabili, occorre apprendere parecchie nozioni sul comportamento, sulla vita e sulle abitudini dell’ animale che vogliamo fotografare.
Sun Tzu nel suo libro "L'arte della guerra" scrive così: "Conosci il tuo nemico come te stesso". Il concetto è espresso alla perfezione.
I nostri futuri soggetti, non dovranno avere segreti per noi. Per questo motivo è non solo utile, ma obbligatorio, dedicarsi allo studio dei comportamenti specifici degli animali, individuare le ore di attività e le stagioni più favorevoli agli avvistamenti, informarsi sulle loro abitudini alimentari ecc.
Sono queste conoscenze che forniscono le basi per pianificare e progettare un’uscita fotografica proficua affinchè la fotografia non si riduca a un escursione nella natura sperando di vedere qualche animale selvatico.
Attenzione però! Pensare di ottenere una qualsiasi forma di controllo sulla natura è una pura e mera illusione. I nostri sforzi è meglio rivolgerli a non farci trovare impreparati al momento giusto in cui incontriamo l’animale da noi tanto desiderato e porre la massima attenzione a ciò che ci circonda durante le nostre uscite. La fotografia naturalistica segue le stesse regole della vita di tutti i giorni, chi pensa di avere il controllo sulle cose esterne, è un ingenuo che rischia di andare incontro a grosse delusioni.
Molto spesso, durante gli appostamenti, si prova addirittura la sensazione che siano gli animali stessi a decidere come, quando e se concedersi al nostro obiettivo, magari facendosi vedere proprio mentre stiamo smontando le attrezzature e dopo aver trascorso ore di attesa. Ma forse, è anche dovuto a questa imprevedibilità se la fotografia naturalistica è così affascinante. Quindi vale la massima: "Non ti aspettare nulla e sii pronto a non vedere nulla"
Ogni volta che ci prepariamo ad un’uscita fotografica nella natura, ricordiamoci sempre di:
Trovare le informazioni
Dopo quanto scritto in precedenza, suggerisco quindi alcune fonti per la raccolta di informazioni:
Le guardie forestali e le guardie venatorie, forniscono solitamente informazioni abbastanza attendibili e aggiornate anche se non sempre sono disposti a condividerle. Questa discrezione fa parte del loro bagaglio professionale, almeno fino a che non sapremo conquistare la loro fiducia e soprattutto non avremo dimostrato loro che non siamo un potenziale pericolo per la fauna selvatica. Naturalisti ed etologi ci danno un grosso aiuto con le loro pubblicazioni, libri o documenti. Mostrarsi amichevoli con gli escursionisti che si incontrano sui sentieri e fermarsi a chiacchierare, può riservare piacevoli sorprese su occasionali avvistamenti. Frequentando associazioni naturalistiche e fotografiche ed i vari forum di settore sulla rete si ha inoltre l'occasione di conoscere e di entrare in contatto con altre persone appassionate che praticano fotografia naturalistica e scambiare reciproche esperienze ed informazioni utili.
Però non aspettiamoci di trovare la pappa pronta. Alcuni segreti più o meno piccoli non ci verranno mai svelati. Ci vogliono spesso mesi o anni per trovare dei luoghi di interesse fotografico "speciali" e mai nessuno ce li svelerà con il rischio di bruciarli.
Anche questa come potete facilmente capire è una forma di protezione della natura. Indispensabili poi sono i manuali per l'identificazione delle specie e l'interpretazione delle tracce. Non possiamo farci cogliere di sorpresa… Le monografie sugli animali sono tra le mie letture preferite durante i mesi invernali così come la navigazione su internet nei siti dedicati alla fotografia naturalistica.
Siamo giunti alla fine di questo capitolo introduttivo. Nel prossimo capitolo il nostro viaggio proseguirà ed andremo alla scoperta di quelle che sono le tecniche e le attrezzature consigliate per avventurarsi nel fantastico mondo della fotografia naturalistica.
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© Luca Cagnasso 2024